AmigaNG, la macchina fantasma

"Il segreto degli affari ่ sapere qualcosa che nessun altro sa!"
Aristotele Onassis


Nel nostro precedente articolo, a metà strada tra fredda analisi e pura speculazione, avevamo espresso i nostri timori per un ennesimo ed ingiustificato cambio di direzione da parte della dirigenza Amiga Inc.
Purtroppo non abbiamo dovuto attendere più di tanto per vederli materializzare: un nuovo sogno di rinascita, quello magistralmente dipinto dal visionario Jim Collas, è stato infranto nuovamente.

I FATTI


Il suo progetto, pur se molto distante dalla nostra concezione comune di Amiga, era ambizioso ed innovativo. Tutti ci saremmo potuti imbarcare in questa nuova ed affascinante avventura, mantenendo vivo lo spirito di Amiga, che di certo non consiste in una manciata di silicio condito da una spruzzata di bit, come molti, anzi troppi, tendono a credere erroneamente, ma è in realtà la Comunità degli utenti Amiga, invidiata e temuta delle altre piattaforme, perché sempre pronta a condividere esperienze e conoscenze, a rimboccarsi le maniche per improvvisarsi produttori di software o di hardware, e soprattutto a pestare forte i piedi quando le cose non vanno come è logico che sia.

Solo nel mese di luglio lo staff di Amiga Inc., con il documento più importante degli ultimi anni per l'Amiga, noto con il nome di Technology Brief, ci aveva fatto conoscere la Strada che avremmo percorso insieme, lasciando trasparire un fiero orgoglio per aver progettato qualcosa di rivoluzionario e la volontà di difenderlo con i denti, se necessario.
Dopo qualche giorno, una nuova notizia colmava di gioia i nostri cuori, ancora palpitanti per la vicenda legata alla sostituzione del QNX con il meno tecnologico, ma più popolare, Linux. Nasce ufficialmente l'AAC (Amiga Advisory Council), un comitato di una trentina di "esperti amighisti" (non potrebbero essere definiti altrimenti), il cui scopo è quello di fare da tramite tra Amiga Inc. e la comunità di utenti, in modo da coinvolgerla più o meno apertamente nello sviluppo della nuova piattaforma.
A dir la verità, in passato un comitato simile era già stato fondato da utenti e produttori di software e hardware, ma non aveva avuto molto peso. Questa volta le cose sembrano diverse: è la stessa casa madre che si preoccupa di costituire tale comitato.
Di certo questa notizia non è da sottovalutare: per la prima volta un'azienda avrebbe sottoposto il proprio prodotto al giudizio critico dei futuri e probabili clienti, correndo anche il rischio non trascurabile in un settore a così alta competività, di rendere noti ai concorrenti alcuni dettagli strategici.
Nessun'altra azienda ha mai fatto tanto, anzi fino al lancio ufficiale non è dato sapere nulla, basti pensare alla politica della Apple che, fino a quando i suoi prodotti non sono quasi sugli scaffali, non lascia trasparire nulla per poi cominciare un'agguerrita campagna pubblicitaria, o a quella della Microsoft , abilissima nel rilasciare le informazioni più o meno ufficiosamente e con il contagoccie, per instillare lo stato di attesa patologica non solo nei propri clienti, ma in tutto l'ambiente informatico e (soprattutto) non.
La casa di Redmond ha indubbiamente fatto del rilascio delle notizie una vera arte oscura, con la quale domina il mercato mondiale.
A fronte di simili esempi, formare l'AAC sembra una mossa autolesionistica, se non si avesse a che fare con personaggi più che selezionati e rispettati dalla e della Comunità Amiga.

Sull'onda della riscossa anche nella intorpidita e sonnolenta Italia, si moltiplicano le attività degli utenti e non solo, si rincomincia a parlare di Amiga e del suo futuro ritorno agli antichi fasti, o del suo glorioso ed innovativo passato, persino su riviste notoriamente non legate al mondo dei computer. Il tutto mentre una pietra miliare, nonché ultimo baluardo dell'Amiga in edicola, Enigma Amiga Run, si spegne.Dalle sue ceneri nascono addirittura due distinti progetti editoriali: Enigma Amiga Life e Amiga.it . La prima è una rivista cartacea, distribuita in edicola ed edita dalla Pluricom con la collaborazione dell'AGI e con alcuni ex-redattori della mitica Amiga Magazine insieme ad altri superstiti di Enigma Amiga Run, ed impreziosita da un CD-Rom curato da Luca Danelon, noto alla Comunità italiana per la sua raccolta bimestrale su CD-Rom di software e non solo, chiamata AmyResource . La seconda è una rivista tutta in HTML distribuita su CD-Rom corredata dall'immancabile raccolta di software prelevato da Aminet. Questa rivista sarà mensile, verrà distribuita solo su abbonamento ed è curata da Giorgio Signori, ex-responsabile di Enigma Amiga Run negli ultimi mesi.

Come se tutto ciò non bastasse ad agitare ulteriormente le già turbolente acque, compare dal nulla una nuova società il cui nome è tutto un programma. Si tratta della IWin Corp. (che tradotto in italiano significa "Io Vinco") legalmente costituita nel Delaware, uno stato degli USA noto per essere sede di molte società fantasma e di comodo, data la natura delle leggi che regolamentano l'apertura di attività commerciali. Ed è proprio questo motivo che fa scattare i campanelli di allarme ai più sospettosi, prima ancora dei suoi annunci e comunicati.
La IWin dichiarava di avere circa 300 dipendenti sparsi nelle varie sedi, ufficialmente nasceva dalla fusione di 2 aziende informatiche operanti da tempo nel settore e che ora si apprestava a scendere in campo producendo anche hardware. Grazie alla loro innovativa tecnologia avrebbero potuto realizzare cloni Amiga, indicandone persino le date di inizio produzione e di consegna dei computer, senza violare alcun brevetto Commodore-Amiga e senza adoperare parti delle vecchie tecnologie.
In pratica dichiaravano di aver prodotto dei chip di raccordo tra la tecnologia Amiga e quella PC, inoltre l'hardware sarebbe stato sotto il diretto controllo del loro innovativo sistema operativo, il PowerSE, che avrebbe funzionato da Hardware Abstraction Layer (livello di astrazione dell'hardware), sul quale si sarebbero poggiati tutti gli altri OS a partire da Windows per finire con AmigaOS.
Sebbene innovativo - per alcuni addirittura assurdo - il progetto è comunque realizzabile, poiché molti OS, tra cui Windows NT, utilizzano un HAL proprietario per girare su hardware differenti senza riscrivere integralmente l'OS. C'è però da dire che per poggiare un OS su di un HAL è necessario progettarli entrambi a priori, o per lo meno rimaneggiare pesantemente il codice del primo per interfacciarlo con il secondo, e questo certamente la IWin non potrà mai farlo, semplicemente perché non ha accesso ai sorgenti di AmigaOS!
Cercando maggiori informazioni sul fantastico PowerSE, si scopre che tutti i link indicati sono errati. Secondo campanello di allarme!
Nel vano tentativo di promuovere i propri prodotti, la IWin, o meglio il suo presidente, ha cominciato a frequentare il newsgroups comp.sys.amiga.misc, rispondendo alle domande della comunità e lentamente si è scivolati nella farsa, com'era inevitabile che fosse, visto che tutto esisteva solo nella mente del presidente ed unico dipendente della IWin Corp.
Durante una delle delle tante discussioni burla, qualcuno propose di utilizzare una piastra madre con doppio processore Pentium III e di riscrivere UAE (Usable Amiga Emulator) in modo che un Pentium emulasse l'hardware custom di Amiga e l'altro la CPU. Cosa pensate abbia risposto il fanfarone? "Buona idea, dovremmo brevettarla!".
Nel suo delirio, la IWin si è pure spinta ad affermare che ci fossero trattative in corso con la Tulip un'azienda olandese che vende PC e che ovviamente ha smentito ufficialmente questa notizia, per acquistare il marchio Commodore, rilevato dalla Tulip dopo il fallimento della Escom, e distribuire i cloni Amiga con tale marchio!

La parentesi tragicomica della IWin non è ancora del tutto archiviata. In compenso le cose sembravano girare finalmente per il verso giusto, almeno da noi, durante i preparativi per la più goliardica parata amighista in Italia: il Pianeta Amiga 99 organizzato da WG Computers in quel di Empoli.
Ma il 27 Agosto sul sito ufficiale di Amiga Inc. appare una notizia, al solito molto ambigua, che fa presagire qualcosa di oscuro e spiacevole all'orizzonte.
Uno scarno comunicato stampa informa tutta la comunità che non riceverà più informazioni sullo stato dei lavori, ufficialmente perché l'intero staff sarà coinvolto massicciamente nella realizzazione dei vari progetti, dato l'approssimarsi delle scadenze e quindi non può essere distolto per fornire ulteriori notizie alla comunità.

Qualche giorno dopo circola la notizia che Bill McEwen, responsabili delle pubbliche relazioni, viene licenziato e a breve distanza si dimette anche il visionario presidente Jim Collas, ufficialmente per dedicarsi ai propri interessi. Più verosimilmente la Gateway ha concesso a Collas, ex manager della stessa nonché suo azionista, di dimettersi dignitosamente.
Le redini dell'azienda passano in mano a Tom Schmidt, in precedenza vice-presidente dell'Amiga Inc. In breve tempo la comunità viene informata dal neo-presidente, che la ricerca e lo sviluppo della piattaforma hardware sono stati sospesi perché il progetto era irrealistico, ma la società non impedirà a terzi mediante opportuni accordi, di sviluppare nuovo hardware.
Il loro obiettivo principale è quello di completare al più presto l'Amiga OE, che ora sembra non sarà limitato a girare solo sul kernel di Linux, ma pervaderà qualsiasi sistema ed apparecchiatura, spalancando così al marchio Amiga le porte del mercato globale, e fungerà da cardine per la Convergenza Digitale tanto cara al presidente statunitense Bill Clinton e al suo braccio destro Al Gore.

A rigirare il coltello nella piaga contribuisce anche David Ditzel, guru nella progettazione di microprocessori, fondatore e CEO della Transmeta. Questi dichiara, a quasi due mesi dalla proiezione del filmato con il logo della Transmeta mostrato al World of Amiga di Londra, che tra le due aziende non c'è stato alcun contatto, tranne quelli tra Linus Torvald, autore di Linux e dipendente di Transmeta, e Collas.
Scusate l'ingenuità della domanda: perché Ditzel ha atteso così tanto tempo per esternare tutto ciò e soprattutto perché è stato fatto solo dopo l'estromissione di Collas?

LE IPOTESI ED IL QUADRO DELLA SITUAZIONE


Cosa sia realmente accaduto per l'ennesima volta non è dato saperlo, possiamo dare solo libero sfogo alla nostra fantasia, cercando di rimanere il più obiettivi possibili, soprattutto senza divenire paranoici ricercatori di fantomatici complotti a destra e a manca.
Certo la tentazione è forte, specialmente dando uno sguardo a 360° nel mondo informatico. Per esempio la Intel ha chiesto (o imposto?!) alla Asus di non produrre piastre madri che supportino l'ultimo processore prodotto dalla concorrente AMD , noto con il nome di Athlon, ancora più noto con il nome in codice K7.
Oppure l'annuncio ufficiale della Gateway che non supporterà nei propri prodotti i processori Athlon. Questa decisione, più che frutto di un accordo diretto tra Intel e Gateway, potrebbe essere una scelta obbligata per la casa delle mucche, non tanto per le difficoltà nel reperire in grandi volumi e a basso costo piastre madri di ottima fattura per K7, quanto nelle differenze strutturali tra Athlon & Pentium III.

Avete presente la pubblicità della Intel sui vantaggi di navigare in internet con il Pentium III? Anche se allo stato attuale sembra un autogol pubblitario ("...entrare SUL SERIO in Internet..."), nel giro di qualche mese potrebbe aver ragione la Intel!
Con il diffondersi dell'e-commerce soprattutto in Nord America, dove grazie alle particolari tariffazioni telefoniche il navigare ha costi praticamente nulli, il web si sta trasformando nella vetrina virtuale per eccellenza, ovvero è possibile in tempo reale esplorare gli scaffali dei grandi centri commerciali, visionare interni di automobili e quant'altro la fantasia possa suggerire.
Gli stream Audio-Video, oltre ad intasare la rete, richiedono grosse potenze elaborative sulla macchina locale per la loro decodifica in tempo reale. Lo stream viene di solito decodificato attraverso specifici plug-in per il proprio browser e questi devono essere ottimizzati per le possibili architetture delle macchine degli utenti.
Date le sottili incompatibilità tra il SSE - Streaming SIMD Extensions - di Intel e l'Enhanced 3DNow! della AMD, le macchine basate su Athlon rischiano di non poter essere sfruttate appieno, visto che Intel non solo sta spingendo le grandi società ad ottimizzare i loro plug-in per Pentium III, ma li sta anche distribuendo gratis attraverso la collezione su CD o via internet WebOutfitter .
Gateway, come le altre grosse società produttrici di PC, da tempo sta investendo ingenti capitali per sostenere (controllare) aziende che forniscono servizi attraverso il web. Per esempio lo scorso maggio ha investito 200 milioni di dollari nella CMGI: una cifra di un ordine di grandezza più grande della somma impiegata per rilevare tutto il marchio Amiga e la sua tecnologia! Possiamo concludere quindi, che la Gateway ha una posizione ottimale per valutare lo scenario dei prossimi anni e decidere cosa supportare sin da ora.
Ma allora quale serio motivo potrebbe aver spinto la Gateway a silurare il progetto di Amiga Inc. o meglio di Jim Collas?

In parte una possibile risposta può fornirla l'esempio citato in precedenza, ma analizziamo altre possibilità non meno prive di fascino o di ripercussioni. Qualche tempo fa è circolata voce (mai confermata, anzi regolarmente smentita poiché non ufficiale, in puro stile Microsoft) di un nuovo progetto top secret della Microsoft , riguardante una nuova console forse basata su Windows e processori della Intel, che si presume debba essere commercializzata da DELL e dalla nostra solita vecchia conoscenza Gateway.
Indubbiamente il progetto è più che fattibile. Dal punto di vista hardware non ci sarebbero problemi: basterebbe sfrondare una comune piastra madre PC da tutto ciò che non serve o non è strettamente necessario per far girare Windows o meglio, un suo derivato molto più leggero.
Una siffatta console, potendo contare sul vasto parco software videoludico sviluppato per i PC aderenti alle specifiche MPC2 (ormai la totalità), nonchè il supporto della Microsoft sarebbe un successo commerciale annunciato, come del resto tutti i prodotti della prolifica ditta.
Ciò che lascia un po' perplessi di questo progetto è il ritorno economico.
Gateway e Dell venderebbero le console, Intel i processori e Microsoft le licenze. In apparenza tutti verrebbero a guadagnare, ma è proprio così?

La maggior parte dei computer entrano nelle case come elettrodomestico per il tempo libero e/o per la didattica: un modo come un altro per giustificare l'acquisto di un prodotto costoso che verrà principalmente impiegato come macchina da gioco. I PC quindi, sono in piena concorrenza con le console di colossi nipponici quali Nintendo , Sega e Sony da tempo impegnate in questo settore, che possono vantare un discreto know-how, una grossa notorietà, nonché un controllo quasi assoluto del mercato videoludico, e quindi una discreta disponibilità economica.
Basti pensare all'accordo tra Nintendo ed IBM, che ha portato nelle casse di Deep Blue ben 1 miliardo di dollari; quasi la stessa cifra è stata spesa da Sony per la progettazione della PlayStation 2. E' probabile che la neonata console riesca a strappare non trascurabili fette di mercato alle concorrenti, ma c'è il quasi matematico pericolo che conquisti fasce decisamente più cospique nel mercato dei PC da intrattenimento, grazie al costo nettamente inferiore a fronte della stessa offerta degli stessi giochi!
Almeno due delle quattro le società, quindi, rischierebbero di farsi concorrenza da sole, finendo col vendere meno PC.
Inoltre, per definizione una console è una macchina chiusa, con un ciclo utile di almeno un paio di anni, mentre quello attuale di un PC è di soli 6 mesi (quando va bene): un prodotto simile rischierebbe di essere obsoleto troppo in fretta per essere appetibile per i videogiocatori incalliti, pronti a buttare alle ortiche il vecchio PC solo perché il loro nuovo gioco preferito gira a scatti!

Nonostante tutto le voci che riguardano questa console si rincorrono da un sito all'altro: sono reperibili persino le presunte caratteristiche tecniche non solo per l'hardware, ma addirittura del software. Si vocifera che la console sarà sotto il controllo di una nuova versione Windows CE.
Attualmente Windows CE non ha il supporto per le DirectX, mattone fondamentale per lo sviluppo dei videogiochi in ambiente Windows, quindi la Microsoft, in gran segreto, dovrebbe aver integrato la tecnologia DirectX in Windows CE. La cosa è plausibile anche perché al Meltdown '99 (una conferenza di sviluppatori SW e costruttori HW) è stato annunciato Windows Game Manager, ovvero un tool che consentirà di trasformare gli attuali PC in console: basterà inserire il CD nel lettore per veder partire il gioco immediatamente, senza installazioni o avvio specifico del programma. Probabilmente qualcuno ha pensato che l'utente medio non è ingrado di fare queste cose da solo?!

Ma per quale motivo la Microsoft sarebbe tanto interessata al mercato dei videogiochi?
La risposta è sotto gli occhi di tutti: i videogiochi sono la vera forza motrice del mercato informatico degli ultimi anni. Il boom delle vendite di PC lo si è avuto proprio grazie a giochi sempre più complessi ed avvincenti. La precoce obsolescenza hardware è dovuta allo stesso motivo. Tutto questo alla Microsoft lo sanno benissimo e, a differenza di quanto si sia portati a credere, i soldi non li guadagnano vendendo i loro omnipresenti Sistemi Operativi, bensì i pacchetti applicativi ed i videogiochi che girano sui loro Sistemi Operativi!
Sembra strano, ma la prolifica società occupa il quarto posto nella classifica modiale dei produttori di videogiochi: una posizione certamente non di poco conto.
La console, il cui attuale nome in codice è X-Box, di sicuro non sarà solo una macchina per giocare, bensì un vero set-top-box con la possibilità di connettersi ad Internet tramite un modem interno. Il sospetto è che la Microsoft stia cercando di riciclare il suo vecchio progetto Tiger , accantonato anni fa perché prematuro.
Quel che è certo è che non sarà la sola a puntare sull'integrazione tra console e Internet. Quasi tutte le console della prossima generazione verranno vendute con un modem interno: nel Dreamcast la funzione di WinCE è proprio quella di gestire una periferica modem ed il browser per il collegamento ad Internet; Nintendo, Bandai e si vocifera che molto probabilmente presto lo fara anche SNK per il suo NeoGeo Pocket, in Giappone stanno già commercializzando periferiche per il nuovo GameBoy e soprattutto WonderSwan per collegarli direttamente al cellulare, così facendo si potranno affrontare partite on-line tra amici oppure giocare giochi on-line disponibili direttamente su specifici siti Internet; infine sembra che Sony stia vagliando l'ipotesi di affittare i videogames on-line, come già sta facendo con le proprie produzioni musicali, ma c'è molto di più...

In realtà il colosso nipponico sta attendendo l'autorizzazione del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni del proprio paese, prima di creare una nuova società sussidiaria, dal capitale di 500 milioni di Yen (circa 87 miliardi di lire) che si occuperà esclusivamente della trasmissione via satellite di Contenuti Digitali, locuzione dietro la quale si cela un po' di tutto, dalla trasmissione dati al video-on-demand.
Inizialmente la Sony collaborerà con il network satellitare PerfecTV, ma dopo una breve fase transitoria, fornirà da sola i servizi. Lo scopo di Sony, uno dei maggiori produttori cinematografici nonché musicali, ed ora anche di software ludico per console, è quello di vendere via etere e/o via rete i Contenuti Digitali direttamente agli utilizzatori, abbandonando l'uso del supporto fisico, ormai facilmente duplicabile, dopo il flop del DVD: ritenuto fino a qualche giorno fa un supporto induplicabile con un banale PC.
La PlayStation 2 se trasformata, magari tramite opportuni accessori, da semplice console per videogames in futuristico set-top-box, appare quindi il veicolo ideale per introdurre rapidamente e con facilità questa rivoluzionaria metodologia di vendita/acquisto di servizi di intrattenimento.

Non vi sembra che si stia delineando lo stesso scenario predetto, nei mesi scorsi, dal quel "visionario" di Jim Collas?!

L'assumere una posizione predominante anche nel mercato console, ammesso e non concesso che gli agguerriti colossi giapponesi glielo permettano, potrebbe portare al tanto temuto smembramento della Microsoft, che oltretutto deve star ben attenta a non stuzzicare troppo l'Antitrust americano, che ultimamente appariva piuttosto intorpidito poiché sembra non aver notato certe anomale mosse commerciali, ma forse stava solo preparando il duro colpo inflitto recentemente a Bill Gates.
Probabilmente è proprio per evitare tutto ciò che da tempo Microsoft, senza attirare troppo l'attenzione, in qualche modo cercava di sostenere i propri concorrenti infondendogli linfa vitale (tradotta in centinaia di milioni di dollari), apparentemente senza alcun ritorno economico. Basti pensare all'acquisto di azioni senza diritto di voto dell'Apple, alcuni anni or sono: fondi che servirono a coprire (in parte) l'acquisto della Next e l'avvio del progetto Rhapsody, e poi misteriosamente abbandonato un anno dopo. Anche senza guardare troppo indietro possiamo citare il più recente accordo commerciale con la Inprise, ovvero la ex-Borland. Si parla di circa 125 milioni di dollari, in apparenza solo per sfruttare una parte delle tecnologie sviluppate da Inprise.
Quest'ultima manovra, poi, è ancora più strana! Cosa significa?! Forse la Microsoft dichiara involontariamente di non essere capace di sviluppare o di clonare, ancora una volta, un prodotto affidabile, potente e versatile? Che sia un tentativo di impedire ulteriori porting dei tool di sviluppo Inprise sotto Linux? O piuttosto cerca astutamente di proteggersi da una eventuale mossa di Sun, che avrebbe potuto tendere una mano a Inprise, sempre più isolata, per la sua tecnologia Java Oriented?
Probabilmente quest'ultima ipotesi, per quanto appaia bislacca, potrebbe essere la più plausibile in previsione di una possibile sconfitta nell'ormai arcinota battaglia legale sul fronte Java tra le due case: se ciò accadesse Microsoft sarebbe in pratica estromessa dal giovane e molto promettente mercato Java.

Concludendo la parentesi sulle console è utile riportare anche un'altra notizia, questa volta ufficiale. Per una presunta cordata di produttori PC che tentano di invadere il mercato console, c'è un produttore di console, fino a qualche anno fa non presente in questo settore, che decide di fare il percorso inverso.

Sony ha deciso di produrre una workstation basata sulla tecnologia messa a punto per la PlayStation 2, che avrà il nome di Creative Workstation. Ufficialmente non entrerà in concorrenza con le normali workstation, perché è dedicata esplicitamente allo sviluppo di software per PlayStation 2 e la prima versione, poco più potente della console, è attesa per l'anno prossimo, mentre al momento viene veduto uno strumento per lo sviluppo battezzato TOOL.
Si tratta di un box esterno che si collega via rete ethernet ad una qualsiasi workstation Unix-compatibile (ed ecco riaffacciarsi l'ombra di Linux), che verrà usato per realizzare e testare la prima generazione di giochi per la PlayStation 2, perciò il suo costo non è proprio economico: "appena" $19,000. Non a caso è presentato come unico tool di sviluppo per PlayStation 2.
Comunque la domanda è d'obbligo: cosa impedirà alla Sony di vendere le sue Creative Workstation come workstation a basso costo per applicazioni multimediali o meglio, come Personal Computer per gli utenti più esigenti? Soprattutto avendo l'indubbio vantaggio di far girare i giochi della PlayStation 2!?

Dopo esserci fatti un quadro abbastanza esauriente della situazione attuale, torniamo ad Amiga o meglio al perché Gateway sembri così propensa a concludere il capitolo "Amiga".
Forse la vera ragione può essere trovata tra le righe di un comunicato stampa che riporta l'annuncio di un accordo tra Gateway e America On Line .
AOL è il più grosso provider nordamericano (più di 19 milioni di abbonati), se non mondiale, e da tempo investe risorse & denaro nell'industria del software per Internet. Infatti insieme a SUN si è spartita i pochi resti di Netscape, dissanguatasi nella battaglia contro Microsoft per il controllo del mercato dei browser per Internet. Bene, AOL verserà nelle casse di Gateway ben 800 milioni di dollari per poter sfruttare le sue tecnologie per l'Information Appliance. Vi ricordano nulla queste ultime due parole?
Proviamo a rileggere quel comunicato secondo un'altra ottica: AOL pagherà 800 milioni di dollari per allargare il proprio portafoglio di tecnologie Internet aggiungendovi anche Amiga OE ed i suoi Amiga Objects, acquisendo così un'arma in più per contrastare il nemico di sempre: Microsoft.
Il marchio Amiga, senza aver prodotto alcuna macchina, ha già fruttato un guadagno netto che dovrebbe approssimativamente aggirarsi attorno ai 780 milioni di dollari!
Alla Gateway 2000 non saranno bravi a progettare tecnologie hardware innovative, ma sicuramente sanno come farsi fare pubblicità gratuita dagli utenti per vendere i loro prodotti!!!

L'INTERPRETAZIONE DI UNA VISIONE


A prescindere dall'abilità commerciale di Gateway, la domanda interessante è cosa può spingere AOL ad interessarsi e giustificare un investimento così elevato di denaro in un progetto così strano da apparire "visionario"? Non è possibile invece che Jim Collas nelle sue "visioni di fine millennio" abbia casualmente scoperto un nuovo Vaso di Pandora, facendo l'errore di sbandierare eccessivamente la sua scoperta?
Tutto è nelle famose parole Convergenza Digitale e Information Appliance: spieghiamone il significato.
In un mondo informatico e tecnologico in cui basta un computer ed un telefono per collegarsi, tramite Internet, dovunque e da qualunque parte del mondo, e dove persino gli elettrodomestici più comuni presto avranno in dotazione simili apparecchiature, dati i costi attuali pressoché ridicoli, non è difficile pensare che presto potremo, a prezzi accessibili al pubblico (queste sono le parole magiche!), la possibilità di controllare la propria casa, le proprie comunicazioni, il proprio lavoro, insomma la propria vita da un semplice apparecchietto tascabile con computer integrato, quale un telefonino cellulare dell'ultima generazione. Insomma sarebbe come avere un surrogato piacevole, plausibile e relativamente economico del dono dell'ubiquità! Ecco il senso della tanto discussa "Convergenza Digitale".

Ora, per concretizzare tutto ciò servono almeno due requisiti fondamentali:


E' importante sottolineare che la clientela potenziale a cui è diretto tutto ciò è "semplicemente" il fantomatico Mercato Globale, cioè tutti gli abitanti del pianeta Terra: chi non vorrebbe il dono dell'ubiquità?!?

E chi avrà il reale controllo di un simile mercato? Chiunque riesca a presentarsi per primo con un sistema di collegamento software tramite Internet che sia modulare o incapsulato che dir si voglia (cioè composto da vari plugin ed add-on, per garantirne la versatilità), stabile, versatile e soprattutto indipendente dall'hardware, ovvero che possa funzionare anche sulla lavatrice di casa se necessario.
Qualcuno si ricorda quali fossero le caratteristiche degli Amiga Objects?
Jim Collas aveva davvero scoperto un Vaso di Pandora... e si permetteva addirittura di richiamare a gran voce l'attenzione di tutto il mondo sulla sua scoperta!!!

E' importante sottolineare che la cosa che attualmente più si avvicina ad un sistema del genere è l'insieme di sistemi operativi, SQL server ed oggetti e controlli in pagine asp, di copyright Microsoft. Infatti la casa di Redmond sta facendo di tutto per tagliare fuori la concorrenza dal ricco mercato delle pagine di commercio elettronico, vincolando, con l'utilizzo delle pagine asp, alla presenza di un server SQL su una piattaforma Windows NT. Può fare tutto ciò perché attualmente sul mercato non sono ancora presenti soluzioni integrate alternative "chiavi in mano", che funzionino tramite Perl, script CGI, Java o amenità analoghe su sistemi operativi non Windows. Ovviamente finché le sarà possibile, Microsoft ne avrà il monopolio, per questo motivo, ora che è in vantaggio, cerca di erigere tutte le barriere possibili per ostacolare i concorrenti, Sun in primis.
L'ennesima conferma di questo atteggiamento lo si è avuto alla recente edizione europea del Microsoft TechEd 1999, tenutosi ad Amsterdam. Al congresso è stato annunciato, tra le altre novità tecnologiche, anche un misterioso BizTalk , che comparirà sul mercato circa 4 mesi dopo l'uscita ufficiale di Windows 2000, e farà parte del nuovo Site Server. Da quello che ci è stato concesso conoscere, BizTalk è una nuova tecnologia, che consentirà di far dialogare tra loro server a prescindere dal nome del loro costruttore, purché aderenti allo standard imposto dalla Microsoft, in altre parole una sorta di lingua universale per le transazioni.

Tutto ciò non significa certo che i provider di accessi Internet siano contenti di essere costretti ad usare esclusivamente prodotti Microsoft, specialmente quando programmi di server Internet come ad esempio Apache, costano molto meno e sono molto più stabili, funzionando sotto Linux!
Ecco come si spiega perché AOL investe centinaia di milioni di dollari negli "Information Appliance" (dispositivi per l'informazione) con gli Amiga Objects, che guarda caso sono basati su Jini & Java, il tutto poggiato su un OS qualsiasi, preferibilmente Linux.

Tutto ciò dimostra che Collas aveva visto giusto e che le sue non erano certo visioni prive di senso. A questo punto sorge il dubbio legittimo se Gateway l'ha estromesso perché aveva rivelato troppo o se semplicemente ha gettato acqua su un fuoco che si stava facendo troppo visibile per i concorrenti. In ogni caso è chiaro che gli Amiga Objects hanno molto più potenziale di quanto Gateway stessa non voglia farci credere, ed è assurdo ipotizzare che proprio quei gran furboni non lo sappiano o non se ne siano accorti.

NEL FRATTEMPO...


Ormai sfiduciati per quanto riguarda lo sviluppo di nuove macchine ed il supporto delle vecchie, eccezion fatta per AmigaOS 3.5, per altro risultato di un'accanita guerra intestina tra i vertici di Amiga Inc., attualmente a noi poveri Amighisti non resta che riporre le nostre speranze nel progetto AROS.
Per chi non lo sapesse si tratta di un ambizioso progetto di scrittura di un OS portabile ed indipendente dall'architettura hardware, ma compatibile con AmigaOS 3.1 almeno a livello di API. Il vecchio codice sviluppato negli ultimi 6 anni di vita della nostra piattaforma, dopo una semplice ricompilazione, potrà girare sulle macchine dotate di AROS, mentre quello più vecchio avrà bisogno di qualche "manutenzione" in più, ma virtualmente potrebbe servire per una migrazione quasi indolore verso nuove architetture hardware.
L'unico punto debole di AROS è rappresentato dal fatto che è un clone di AmigaOS e Gateway un giorno potrebbe vantare dei diritti o impedirne la diffusione, anche se la cosa giuridicamente è tutta da verificare, in quanto secondo le norme statunitensi è illegale copiare le API, ma per quelle europee non lo è, a condizione che non si siano impiegate porzioni di codice originale. Per non lasciare le cose al caso o al mutevole volere della dirigenza di Gateway, il team di sviluppo sta cercando comunque di farsi rilasciare un'autorizzazione chiara e definitiva.

Al momento il team capitanato da Aaron Digulla prosegue alacremente il lavoro e stanno anche vagliando l'ipotesi di realizzare una versione speciale di UAE in modo da interfacciarlo con AROS, consentendo così una velocità di emulazione paragonabile, se non adirittura superiore, a quella ottenibile con codice nativo, poiché grazie ad AROS le chiamate alle funzioni del sistema operativo saranno sostituite dalle corrispettive funzioni di AROS, ma in codice nativo, mentre l'integrazione garantirà ad AROS una compatibilità binaria con il codice 68000 anche su piattaforme prive di tale processore. Inoltre i sorgenti di AROS, se rilasciati come Open Source (la cosa non è pubblicizzata, ma sono già disponibili via ftp), consentirebbero a chiunque di correggere bug, aggiungere nuove caratteristiche, ripercorrendo la strada spianata da Linux qualche anno fa, e permettendo così frequenti, se non addirittura regolari aggiornamenti del sistem Sembra quasi un sogno a confronto di ciò che e 'accaduto negli ultimi anni!

L'attuale stato delle cose, intanto, ha ovviamente contrariato gli utenti fiduciosi nell'uscita in pochi mesi di nuove macchine Amiga, ed ha spinto la Comunità a coalizzarsi attorno a figure chiave del nostro glorioso passato e, di conseguenza, anche agli ex-partner di QSSL è stato riservato un posto d'onore. Ecco come sono nati alcuni interessanti progetti.

Subito dopo il suo licenziamento, Fleecy Moss avviò il progettKOSH , cercando di coinvolgere buona parte della comunità Amiga. Il fine da raggiungere, certamente ambizioso e stimolante, era di progettare dal nulla e quindi senza compromessi con il passato, un nuovo sistema operativo in pura filosofia Open Source e una nuova piattaforma hardware. L'originalità non consisteva nelle innovazioni tecnologiche introdotte dal nuovo OS o dal nuovo hardware, ma nel fatto che tutto il lavoro sarebbe stato svolto dalla comnunità per la comunità, senza le interferenze dei colossi informatici. Nonostante i buoni propositi, il progetto non è mai andato oltre la mera utopia.

Il recente licenziamento di Bill McEwen, ex-compagno di Moss all'Amiga Inc, ha dato nuovo impulso al progetto. Il duo, appena ricomposto, ha rivisto i progetti iniziali alterandone alcune parti e dando vita ad Amino, ma la trasformazione non è stata così radicale. Anche questa volta la partecipazione dell'utenza non è stata entusiasmante, anzi ha sortito l'effetto di spingerli a realizzare il Phoenix Platform Consortium, la cui sigla suona come PPC, che ricorda quella di un noto processore stimato dall'intera comunità Amiga. Il consorzio è servito come vessillo per richiamare l'attenzione di alcune personalità di indubbio valore ed anche di Dan Dodge, co-fondatore e CEO di QSSL. Ciò che differenzia PPC da Amino è la volontà di utilizzare ciò che è già esistente e collaudato per realizzare un nuovo OS studiato per la multimedialità con la filosofia Amiga, come promesso inizialmente da Amiga Inc. R> I mattoni fondamentali sui quali costruire il nuovo sistema sarebbero Neutrino, un microkernal multitasking, Real Time e con memoria protetta, e photonGUI, un substrato per la gestione di interfacce grafiche, entrambi prodotti dalla QSSL ed inizialmente scelti da Amiga Inc. prima del passaggio a Linux. Il candidato ideale attorno al quale progettare il resto della piattaforma hardware è il processore PowerPC, anche perché Neutrino vi gira da diverso tempo grazie ad un accordo commerciale tra QSSL, IBM, e Motorola. In poche parole Amino mira a creare un nuovo OS (il tempo necessario per una simile operazione è di circa 2 anni), mentre PPC mira ad una migrazione indolore da AmigaOS ad un sistema costruito attorno a Neutrino.

Entrambi i progetti aspirano a conquistare il più ampio consenso, non solo per avere un target di vendita, ma anche per accapararsi gli sviluppatori, non dimentichiamoci che per quanto sia buono ed efficiente un sistema informatico, se privo di software è inutile.
Come è ovvio aspettarsi, tra i membri dei due schieramenti non scorre buon sangue e sulla mail list del Team Amiga, ci sono stati accesi scambi di opinione proprio tra Moss e Dodge.

Obiettivamente, il progetto che sembra avere in mano le carte vincenti è PPC, perché può contare sull'appoggio non marginale, questa volta, di QSSL, non a caso pare che un minuscolo team stia già lavorando per costruire attorno a Neutrino un ambiente operativo specifico per la multimedialità, inoltre QSSL può vantare un esperienza ventennale in alcune nicchie del settore informatico, ed un discreto numero di partner del calibro di IBM, Motorola, Sun. Non dimentichiamo che anche Phase5 potrebbe essere interessata al progetto PPC, perché potrebbe essere il fornitore dell'hardware necessario: questa estate ha annunciato un accordo commerciale siglato con QSSL, che le consentirà di distribuire Neutrino con le prossime schede PowerPC, e tale software sarà regalato anche ai possessori della prima generazione di schede PUp. E questo non è l'unico frutto di tale accordo: la Phase5 ha annunciato il progetto AmiRage che si sp a di vedere concretizzato al più presto.

Infine alcuni utenti ancora una volta, si sono rimboccati le maniche ed hanno avviato un progetto parallelo per proprio conto, si tratta di Indipendent Multimedia Platform . Fa parte del team, ancora una volta, Aaron Digulla e lo scopo è quello di realizzare una piattaforma software, indipendente dall'hardware e studiata per la convergenza multimediale, come promesso da Amiga Inc.
Sono state vagliate diverse ipotesi ed alla fine si è deciso di poggiare il tutto sul kernel di Linux, principalmente perchè sviluppare da zero un kernel con caratteristiche simili a quelle di Linux o QNX/Neutrino avrebbe richiesto troppo tempo, ed inoltre di Linux ci sono i sorgenti, mentre usare QNX/Neutrino, cosa che magari avrebbe fatto piacere alla QSSL, avrebbe potuto comportare alcuni rischi per l'indipendenza del progetto.

Cosa centra questo con Amiga? L'elemento di congiunzione è Aaron Digulla o meglio la sua creatura. AROS sarà parte integrante del progetto: non solo fornirà la compatibilità software (ed anche binaria grazie ad una possibile fusione con UAE) con l'Amiga, ma aggiungerà a Linux una base stabile sulla quale poggiare e forgiare nuove funzioni multimediali.
Cosa da non trascurare, la presenza del kernel di Linux garantirà compatibilità anche con il software disponibile per tale OS, senza bisogno di installare Linux su un'altra partizione o usare emulatori. Essendo sia Linux che AROS indipendenti dalla piattaforma hardware, sarà possibile scegliersi il proprio hardware, oppure realizzare una macchina dedicata con processore PowerPC semplicemente seguendo le specifiche CHRP di IBM & Motorola (le stesse osteggiate da Apple per non far produrre troppi cloni Mac) o la più recente POP di IBM.

Il progetto è certamente ambizioso e speriamo di non dover attendere altri 5 anni per vederlo terminato, ma in questo caso c'è un alleato molto importante: la comunità Linux potrebbe essere coinvolta direttamente.
Per quei pochi che non l'avessero capito, stiamo parlando di come poter realizzare i piani "visionari" di Jim Collas con presupposti Open Source ed Hardware Independent, quindi senza che alcuna Gateway, Microsoft, Sun, Motorola, Intel, IBM, Sony, Sega, Nintendo, QSSL, Phase5, ecc., possa esercitare controlli ed influenze legati ad interessi economici.

E' l'ennesima utopistica chimera da hacker, come lo fu l'intero progetto di Linux ai suoi esordi, ma potrebbe rivelarsi la spinta giusta per la comunità Linux e quella Amiga verso impensabili obiettivi comuni, nonché gettare le basi dell'Informatica del nuovo millennio.


Francesco De Napoli & Gaetano Campagna


Il presente articolo ่ tratto dal Numero 3 della rivista AMIGAzette realizzata dall'AGI Puglia.
Ringraziamo lo staff di AMIGAzette per avere concesso la pubblicazione su AmiWorld.

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