Titolo che leggi, gioco che trovi. Protagonista di questo divertente e inusuale
platform (ideato da un gruppo di demo-coder) è un ''Laiban'', un buffo giovanotto
completamente nudo (!), che vive in una scalcinata villetta e che ama passare gran
parte del proprio tempo giocando con le console portatili.
La sua monotona, ma tutto sommato piacevole esistenza, viene però interrotta da
uno sgradito imprevisto: essendosi dimenticato di restituire la cartuccia di un gioco
per Gameboy preso a noleggio, gli spazientiti commessi, ivi rappresentati come
degli zombi in cerca di carne fresca, escono dalla propria tana (il computer-shop) e
cominciano a dirigersi minacciosamente verso il povero malcapitato.
Il tapino (non ha un nome, ma potremmo anche chiamarlo Spawn: l'espressione da
fesso dipinta sul volto è la stessa), avvistato il pericolo, decide di affrontarlo:
indossa il cappello e si lancia contro i propri nemici.
Compito nostro è cercare di rendere inoffensive le amorevoli creature colpendole
con un calcio (kick it, appunto): all'inizio quest'operazione risulta abbastanza
semplice, ma, con l'avanzare dei livelli, la velocità dei morti viventi aumenta,
facendo accrescere, di conseguenza, anche la difficoltà.
Come avrete notato, Kick It basa il proprio (stravagante) ''plot'' sull' illogicità dell'
assurdo: un tizio che gironzola per la città senza vestiti (o quasi, contando il
cappello), un numero indefinito di poveracci (trasformati non si sa come in esseri
ultraterreni) che gli si scaglia contro per via di una cartuccia non riconsegnata (?), la
stessa postura innaturale del nostro eroe (riesce a muoversi mantenendosi in
equilibrio su una sola gamba, utilizzando l' altra come ''oggetto contundente'') e
altri piccoli particolari (come i fondali, disegnati probabilmente da qualcuno che fa
spesso uso di droghe pesanti) lo rendono un prodotto difficilmente ''interpretabile'';
è una qualifica, questa, che comunque gioca a suo favore perchè, grazie ad essa,
Kick It riesce, da banale platform-game qual è, a trasformarsi in un prodotto
spiritoso, atipico e decisamente irriverente.
Graficamente poverissimo (i colori saranno in tutto otto), il gioco può comunque
contare su un' eccellente giocabilità e una realizzazione più che buona: lo
scorrimento è fluido (50fps), gli sprite sono ben disegnati, l'area attiva occupa tutto
lo schermo (bordi compresi) ed è anche presente un timido accenno di parallasse.
Unico difetto, il parco numero di vite: ne avete a disposizione soltanto una, esaurita
la quale, vi toccherà ricominciare la vostra avventura da capo.
Globale: 93%
Il gioco ideale per i malati di mente.
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