Intervista a Ferruccio Zamuner di NonSoLoSoft
Sicuramente conoscerete tutti NonSoLoSoft, uno dei maggiori distributori di prodotti Amiga in Italia. In questa intervista parleremo con il suo titolare Ferruccio Zamuner, potendo quindi conoscere il suo diretto punto di vista sull'attuale situazione Amiga, ma soprattutto sapere qualcosa di più su Diff, che rappresenta molto più di una rivista on-line dedicata all'informatica o ai sistemi alternativi: è il progetto di un'informazione seria, ordinata e approfondita basata anche sull'interazione e il feedback dei lettori.
Ciao Ferruccio.
In questo istante, gli occhi di milioni (ehh, facciamo migliaia... ;) di
lettori di AmiWorld sono puntati su di te... :).
Siamo tutti curiosi di scoprire chi relamente si cela dietro il sorriso affabile del boss di NonSoLoSoft... Per prima cosa non mi ritengo
un boss:
Sono una vittima dell'enciclopedismo: di formazione
scientifica e positivista ho frequentato diverse facoltà da Economia
e Commercio a Scienze dell'Informazione al Politecnico ed ho seguito anche
delle lezioni a Lettere ed a Matematica. Da tutti i miei studi ho cercato
di ottenere quegli strumenti che ora mi permettono di relazionarmi al mondo
che mi circonda.
Come tutti gli hacker, in senso buono si intende,
appena ho conosciuto Amiga ne sono rimasto favorevolmente impressionato
per le sue eccezionali caratteristiche tecniche: era il '96 e nessun computer
da me conosciuto all'epoca offriva né prometteva tanto.
Appropriatomi finalmente di un Amiga 2000A, la
meta successiva era di guadagnarmi un sistema di sviluppo che mi consentisse
di realizzare ciò che prima sul mio buon Zx Spectrum era solo nei
miei sogni:
Con ulteriori fatiche, ed i piccoli risparmi che potevo fare da studente, raccimolai finalmente il necessario per acquistare il mio primo sistema di sviluppo commerciale: l'Atzec C della Manx, allora il migliore sistema di sviluppo, soppiantato l'anno dopo dal Lattice C. Ebbene, dissi, ora con questo sistema di sviluppo imparo il C, la programmazione su un sistema operativo evoluto, e realizzo finalmente i programmi che desidero: manco per sogno, tutti i bug di quel compilatore li beccavo io, non riuscivo a scrivere più di 15 righe senza trovarne uno. Scrissi decine di bug report alla Manx, sorsero in me innumerevoli dubbi sulla mie reali capacità di scrivere programmi corretti, ma alla fine scoprii che i problemi erano dovuti al compilatore. Nel '92 conobbi il DICE (Dillon Integrated C Environment),
rilasciato sui FISH Disk (che con alcuni amici collezionavamo facendoli
arrivare da Fred Fish stesso e pagandoli con estenuanti collette) e fin
dalla prima versione shareware, mi accorsi che finalmente avevo trovato
il compilatore C che faceva per me.
Nel funesto aprile del 1994 la Commodore fallisce
e con essa iniziano le pene di Amiga che tutti ormai conosciamo.
Nel settembre del '94, dopo mesi di trattative,
con il DICE (Dillon Integrated C Environment) ottengo il mio primo contratto
di distribuzione esclusiva per l'Italia.
Fortunatamente mi differenziai presto su altri prodotti per Amiga e le cose migliorarono. Come già saprai sono anche importatore
esclusivo dei prodotti Haage
& Partner ed importatore ufficiale dei prodotti si Stefan Ossowski,
nonchè distributore ufficiale per l'Italia del fortunato programma
TurboCalc ormai giunto alla sua quinta versione.
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DOMANDA SUCCESSIVA |
2) E' stata
una scelta coraggiosa decidere di fare di Amiga un lavoro.
Quanto hanno giocato la passione e quanto le necessità economiche? Quando hai necessità economiche
non avvii una nuova attività in generale, e su Amiga da quando è
fallita la C= non c'è possibilità di crescere: operi su un
mercato chiuso in lenta ma costante erosione.
Gli utenti Amiga di recente formazione mi vedono
solamente come un commerciante e questo mi addolora e ferisce sia la mia
professionalità sia l'impegno che ho investito nel mio lavoro.
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3) Dopo la
(felice?) esperienza di Catmu/NonSoLoSoft, eccoti buttato a capofitto in
un altro progetto: DIFF.
Di cosa si tratta? Precisiamo che diff non è un qualcosa che si sostituisce alla mia precedente attività, più precisamente è qualcosa che si affianca e che potrebbe crescere in modo indipendente dalla NonSoLoSoft o dalle mie altre attività. Per spiegarti che cos'è diff, devo spiegarti come è nato questo nuovo progetto, da quali pensieri ha avuto origine. Ho valutato che l'informazione reperita per saziare la mia curiosità e la mia voglia si sapere nel settore dell'Information Technology può essere messa a disposizione di altri interessati e con essi possono iniziare nuovi discorsi, nuovi approfondimenti ed altri argomenti. diff l'ho concepito una sera lo scorso
dicembre, per me è stata un'illuminazione: "diff" come il luogo
in cui esperienze, conoscenza e tecnologia si incontrano per distillare
informazioni e nozioni che possano essere utili a tutti gli operatori nel
settore dell'Information Technology siano essi privati, professionisti,
hobbisti o studenti.
È ovvio che tutto questo ha un costo; nella società dell'informazione, l'informazione costa, come pure la struttura ed il tempo per curarla. Ho avviato da metà Gennaio una campagna abbonamenti per verificare se ci sono altre persone che come me sentono questa esigenza o che pur non avendo necessità di questo strumento riconoscano in "diff" un progetto meritevole. Ovviamente mi sono rivolto alle persone che conoscevo,
agli oltre 2000 clienti che ho assistito e fornito durante la mia attività.
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DOMANDA PRECEDENTE |
3.5) Speriamo
bene. Dicevi che l'informazione costa, ma questo costo non potrebbero pagarlo
gli inserzionisti? In fondo, tratti di sistemi alternativi con un mercato
certamente maggiore di Amiga...
Per il momento non ho valutato (né credo valuterò) la possibilità di vendere pubblicità su diff; se il mio fine fosse vendere spazi pubblicitari avrei scelto settori più popolari, realizzando un settimanale di moda, TV, profumi, sesso, sport, economia, totocalcio e lotto. Hmmm.. anzi, quasi quasi, pensandoci perché no??? (ora me lo segno nella todo list 8-). Tornando seri:
Solo finanziando in prima persona il progetto
i lettori possono garantirsi l'obiettività del contenuto. |
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4) Cosa offrirà
Diff che non sia già possibile trovare in rete?
Su Internet trovi di tutto (a maggior ragione nel campo dell'informatica), ma tutto è sparso e spesso diluito. Su Internet trovi tante piccole notizie, tante
notizie ridondanti, molte informazioni non strutturate, miriadi di informazioni
imprecise, parziali e qualche volta anche false.
Certe volte basta una breve spiegazione per consentirti di assimilare anche queste informazioni grezze, altre volte basta che qualcuno ti indichi quali sono le notizie più rilevanti per evitarti di spulciarti mega di news o passare ore davanti ai motori di ricerca, spesso infognati da pagine pubblicitarie o per nulla attinenti con la richiesta formulata. Le informazioni che trovi sono spesso in inglese, ed anche per chi lo conosce bene, leggere in una lingua straniera è più pesante che leggere nella propria lingua nativa. Bene, diff si propone di operare per mettere un po' d'ordine in questo caos, fornendo una informazione critica in italiano, informazione raccolta e strutturata da professionisti cercando di offrirla nel modo migliore per essere subito assimilata. Sia ben inteso che diff non può e non vuole mettere in ordine tutto Internet bensì solo una piccola parte del settore tecnico informatico, inoltre con "diff" l'utente, attraverso un meccanismo a votazione, può indirizzare l'ordinamento nelle direzioni che preferisce favorendo le parti che ritiene gli possano essere più utili. Ti invito a visitare il sito di diff per renderti conto da te che ad esempio gli articoli già pubblicati sul numero ZERO e quelli proposti per il numero UNO contengono informazioni nuove, articoli non reperibili su Internet né da altre parti. Inoltre su "diff" è proposta l'interazione:
l'utente sceglie gli articoli che saranno scritti per lui, sceglie di approfondire
alcuni argomenti, sceglie di confrontarsi con gli altri utenti. In questo
modo l'informazione principale può amplificarsi senza dispersioni,
senza flame war, senza ulteriori rumori circostanti. |
DOMANDA PRECEDENTE |
4.5) Un'idea
parecchio carina, complimenti. Che ti permette, tra l'altro, di ottenere
gratuitamente le ricerche di mercato che altri pagano salatamente... Un
risparmio a tutto beneficio della qulità della rivista.
Io non lo vedo come una ricerca
di mercato bensì come un modo efficace per andare in contro alle
esigenze dei lettori. |
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5) La presenza
di Canali, Ruocco e altri ex collaboratori di Amiga Magazine indubbiamente
condizionerà lo spirito della rivista.
Cosa accomuna e cosa distinguerà DIFF dalla defunta AM? Certamente il denominatore comune
sta nella professionalità di chi scrive.
Sai come si dice: ''per insegnare non basta sapere.'' Per il resto forse non esistono altre analogie
se non nell'unità di valori (informatici) che hanno contraddistinto
sin'ora AM ed i suoi ex-collaboratori. |
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5.5) Però
dai tempi di AM le cose sono molto cambiate. Dopo l'epitaffio di Escom
e Viscorp, dopo i primi colpi a vuoto di Phase5, come guardate ad Amiga?
Credete che ci sia ancora futuro per la nostra beneamata? Ora che è cambiato il
presidente di Amiga Inc. sono più ottimista: avendo conosciuto Jeff
personalmente ero certo che non avrebbe combinato nulla.
Per ora temo che Jim Collas debba guardarsi bene le spalle dalla "PlayStation II", che potrebbe diventare qualcosa di più di una semplice console per videogiochi. Per noi utenti di Amiga classic, il finalmente
ufficiale incarico di realizzare l'AmigaOS 3.5 dato da Amiga Inc. ad Haage
& Partner ci rassicura sul fatto che sul fronte software non siamo
lasciati allo sbando.
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6) Rivolgendosi al solo mercato italiano, credi che esistano le premesse economiche per un simile progetto? | |
6.5) Potresti
gentilmente esplicitarne i fondamenti? Non credi che 120000 £ annuali
(il costo dell'abbonamento con la formula più conveniente) siano
davvero troppe? Mai pensato di tradurre DIff anche in inglese, ottenedo
più lettori e abbassando sensibilmente il prezzo?
Ammetto che 120.000 Lit. potrebbero apparire leggermente alte (soprattutto perché il media è il Web e non la carta - anche se a fine anno il meglio di "diff" sarà stampato nell'annuario e fornito gratuitamente agli abbonati fondatori -, media che comunque consente l'interattività di cui sopra), tuttavia ti sorprenderà sapere che tra gli attuali abbonati alcuni hanno scelto di abbonarsi a 220.000 Lit. valutando, quindi, che il valore dell'idea e del servizio e dell'informazione che sarà offerto vale effettivamente ben di più di quanto è stato chiesto. Certo, tale valutazione è individuale: se sei maggiormente interessato agli argomenti trattati sarai disposto a pagare questo nuovo prodotto più di un altro che trova gli stessi articoli meno interessanti. Il mercato a cui mi rivolgo è estremamente frammentato, poiché ho un portafoglio clienti possessori di Amiga mi sono rivolto principalmente ad essi, anche pensando che possono essere tra i più interessati a valutare meglio il mondo che ci circonda proprio ora che siamo alle soglie di una nuova rivoluzione informatica. Ci tengo a precisare anche che, per ora, ho aperto
le iscrizioni solo a coloro che desiderano sostenere l'iniziativa.
Parte dell'informazione generata potrebbe, forse, rimanere ad accesso gratuito (può darsi anche con pubblicità) o resa disponibile con uno sfasamento temporale rispetto alla pubblicazione per gli abbonati, parte sarà solo disponibile agli abbonati. Se valuteremo di dare accesso al servizio anche ad un costo inferiore, tale decisione sarà presa in accordo con gli abbonati fondatori. Poiché svilupperemo argomenti anche professionali, i nostri abbonati potranno usufruire dei vantaggi competitivi derivati dall'informazione fornita da "diff". Spetterà ai lettori stessi sfruttare queste preziose informazioni sul proprio lavoro, studio o hobby. Infine, in risposta alla tua proposta di aprirsi anche al mercato estero, posso dire che partire subito col trasformare "diff" in internazionale significherebbe penalizzare la parte "italiana". Insomma, stiamo con i piedi per terra e procediamo un passo alla volta. Se in Italia non ci fossero i numeri per fornire
tale servizio, evidentemente non varrebbe la pena di metterlo in atto:
nessuno di noi vuole fornire qualcosa di palesemente non desiderato. |
DOMANDA PRECEDENTE |
7) Nella lettera
di presentazione
di diff leggiamo:
"Una soluzione potrebbe essere quella di affiancare all'insostituibile Amiga un altro computer, una macchina più moderna e con un sistema operativo che ci consenta di proseguire là dove Amiga non arriva." In pratica, un rivenditore Amiga consiglia di comprare un altro computer! E' così tragica la situazione di Amiga? Per prima cosa puntualizzo che non sono un rivenditore Amiga come lo intendi tu in questa domanda: ad esempio ho venduto solo un Amiga 4000T in 4 anni e l'ho fatto per fare una cortesia ad un amico (quando ancora questo era possibile). Io vendo principalmente software per Amiga, sempre originale, e su richiesta dei clienti procuro anche hardware su cui non esiste pressoché più alcuna garanzia (unici prodotti ancora garantiti sono quelli di Phase5, se non chiude, e VillageTronic). Ho decine di clienti che vorrebbero acquistare
una Amiga nuova ed anche io mi unisco a loro in questo desiderio,
ma un'Amiga nuova non esiste:
Per scopi produttivi non possiamo più offrire
Amiga come soluzione non per la mancanza di programmi validi ma per totale
assenza delle macchine da vendere, per la totale assenza di assistenza
tecnica, per la totale assenza di supporto.
Un A1200 non risponde a queste esigenze ed è assurdo che qualcuno concepisca l'uso di un HOME computer, quale è il 1200, per applicazioni commerciali. Sarebbe come offrire un triciclo a chi richiede un camion. E per uso domestico anche io come te ogni giorno devo far fronte a tutta una serie di funzioni che svolgo attualmente con i miei fidati Amiga 3K, ma qualora questi si guastassero (fatalità che può succedere in qualsiasi momento) che faccio? Non esistono pezzi di ricambio originali e nuovi. L'ultima volta che mi sono trovato in questa situazione (un anno fa) mi era morto l'alimentatore del A3000T, ho dovuto cercare tra i conoscenti un secondo A3000T da cannibalizzare e sono stato fortunato a trovarlo, ancora più fortunato ad acquistarlo ad un prezzo modico, ma se mi succedesse di nuovo non saprei come risolvere questa nefasta situazione. Clienti con l'A4000 in fin di vita che desidererebbero solo un nuovo A4000(T) ce ne sono tanti, privati ma anche ditte. Sfido chiunque a procurarli nuovi e non usati con almeno un anno di garanzia (o con tempi di riparazione garantiti inferiori alla settimana). Io non propongo ai lettori di ''diff'' un PC Intel come soluzione da affiancare al proprio Amiga, io sostengo che ognuno di noi ha esigenze, desideri, possibilità che possono portarlo a scegliere una qualsiasi architettura: HP, Sun, SGI, IBM o anche X86 based (Intel, Cyrix, AMD, etc). È una scelta personale che nessuno ha il
diritto di pilotare.
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DOMANDA PRECEDENTE |
Credo che questa intervista abbia giovato a conoscerti meglio, fornendo una solida base per comprendere meglio te e il tuo interessante progetto. Non posso che augurarti buona fortuna e passare all'ultima domanda: c'è qualcosa che ti piacerebbe dire ai lettori?
Ti ringrazio per il sincero augurio e per finire voglio ringraziare tutti coloro che ancora scrivono software per Amiga, coloro che decidono di acquistare ancora prodotti software originali, poiché solo questa loro volontà ha permesso ad Amiga di sopravvivere finora, e tutti coloro che vorranno ancora seguirmi in questa nuova e differente impresa.
Contact: petty@amiworld.it |